Da un punto di vista pratico, si è registrato un significativo calo delle pronunce delle Commissioni tributarie. E tute queste sentenze in meno vanno a pesare sull’arretrato, rendendo inevitabilmente più lenta la definizione delle cause di merito. Insomma, si “perde” comunque. Da una parte, l’assenza, nella maggior parte dei casi, dell’udienza “smart” e il conseguente contraddittorio cartolare coatto produce la compressione del diritto di difesa; dall’altra, il rinvio, su istanza di parte, per la trattazione orale della controversia, cagiona la paralisi sebbene temporanea del sistema giustizia.
Urgono interventi quantomeno sul piano dell’organizzazione e delle dotazioni informatiche, perché, come detto, la garanzia di una esposizione orale delle proprie ragioni deve rappresentare non un’eccezione, ma la regola applicabile sempre e comunque.
Certamente se non è possibile, per ragioni di sicurezza e di salute, celebrare le udienze in presenza, quantomeno dovrebbe essere garantita, sempre e comunque oltre che in tempi rapidi, la possibilità di esporre, oralmente, la propria difesa. Diversamente, non solo sembra essersi persa, allo stato, l’opportunità per una completa digitalizzazione del processo tributario ma, viceversa, si è contribuito a creare un bug del sistema. Bug che, per la verità, avrebbe potuto essere evitato in fase di “programmazione” dallo stesso Legislatore, che, forse, avrebbe potuto premurarsi e assicurarsi di dotare i giudici dei mezzi informatici necessari, per dare piena attuazione all’articolo 27. Sullo sfondo resta, poi, la più volte invocata necessità di un’ampia riforma del processo tributario, che contribuisca ad un complessivo miglioramento dei rapporti Fisco-contribuente.
Anche da qui passa l’evoluzione e la civiltà del nostro Paese.Udienze in presenza o via web